Pane Di Saragolla – Ricetta

Pane Di Saragolla – Ricetta

La Saragolla è un grano duro di colore paglierino, è tipico del sud Italia (Campania , Basilicata) è stato registrato come Kamut e pertanto è conosciuto con il nome commerciale datogli.

Esprime proprietà  organolettiche caratterizzanti dal gusto rustico, molto piacevole da mangiare da solo.

Ottimo anche per farci la pasta.

Ricetta : Pane di Saragolla di Antonella Scialdone

500 gr di farine semintegrale di grano duro saragolla

360 gr di acqua

150 gr di pasta madre rinfrescata di grano duro

10 gr di sale

Totale Impasto; 1,020 kg

Pesare la farina in una ciotola, aggiungere l’acqua della ricetta tiepida, mescolare con la mano senza formare l’impasto, deve solo unirsi l’acqua con la farina, coprire e lasciare riposare per almeno 30 minuti (autolisi); dopodichè aggiungere la pasta madre di grano duro e cominciare ad impastare sempre in ciotola, aggiungere in ultimo il sale e continuare ad impastare fino a che non si ottiene un impasto omogeneo dove tutti gli ingredienti siano bene amalgamati tra di loro, quindi coprire e lasciare riposare per un paio di ore.

Spolverare la spianatoia di farina, rovesciarvi sopra l’impasto e formare un filone, quindi riporlo in un cestino rigapane infarinato con la chiusura del pane verso l’alto, coprire e far lievitare 1 ora e mezzo, 2 ore.

Capovolgere il pane sulla pala infarinata, praticare una serie di tagli obliqui sulla superficie e infornare nel forno statico e preriscaldato a 240 ° C e proseguire la cottura per altri 20-25 minuti.

gli ultimi dieci minuti lasciare una fessura del forno aperta per la fuoriuscita del vapore in eccesso, sfornare e lasciare raffreddare completamente il pane su di una griglia.

PANE con SEMOLA di GRANO DURO SEMINTEGRALE “SENATORE CAPPELLI” 

PANE con SEMOLA di GRANO DURO SEMINTEGRALE “SENATORE CAPPELLI”

Ecco a voi la ricetta per fare questo tipo di pane comodamente a casa vostra.

 

 

810 g Semola di Grano Duro Semintegale
630 g Acqua
3 g lievito fresco
20 g sale fino
20 g olio EVO

Versare la farina in una ciotola, aggiungere il lievito e più della metà dell’acqua e iniziare a impastare.

Una volta che gli ingredienti iniziano a legare tra di loro, un po’ alla volta aggiungere la restante acqua il sale e per ultimo l’olio.

Impastare fino ad ottenere un impasto morbido e liscio circa 20/25 minuti.

Lasciare l’impasto in un contenitore chiuso per 4 ore a temperatura ambiente per poi metterlo in frigorifero per 24 ore.

Trascorso questo tempo riprendere l’impasto formare i panetti (peso e forma a piacere) lasciare ancora 40 minuti fuori forno e infornare a forno già caldo a 180 gradi in modalità statico per circa 40 minuti.

Per la farina vi potete rivolgere a @bioluaziendaagricola , la ricetta ve l’ho data io e adesso non vi resta che mettere le mani in pasta.

Giuseppe Capone  @giuseppecapone85

Il Coraggio Della Lentezza

lentezza

Leggo con vivo interesse il libro Grani Antichi di Gabriele Bindi, un passo che condivido pienamente e  che parla di come è stata cancellata la lentezza, elemento sul quale sto tentando di costruire BioLu.
Ve ne faccio parte:
“L’alimentazione di oggi poggia su basi malferme. Il pane sulla tavola è diventato nostro nemico. È un paradosso, ma ciò che dovrebbe nutrirci è causa primaria di iperglicemia, obesità, ipertensione, infiammazioni, malattie, per non parlare dei problemi dell’inquinamento e di sfruttamento del lavoro. Dispiace dirlo, ma non si salva neppure la dieta mediterranea, per quantità e qualità di ciò che ogni giorno apparecchiamo sulle nostre tavole. Le sue fondamenta sono state danneggiate dalle cattive abitudini, e da una scarsa attenzione all’ origine alla produzione del cibo. I motivi di questo oblio o degradazione dei più saldi principi della tradizione sono da addebitare sicuramente a uno stile di vita consumistico, ma anche a una trasformazione profonda dei sistemi produttivi nei campi, a cui non è tanto facile sottrarsi, neppure per chi si muove agilmente tra gli scaffali degli alimenti biologici al supermercato. Se il pane che mangiamo non ci nutre, se la terra è più inquinata, se gli agricoltori abbandonano i campi è anche perchè abbiamo riposto troppa fiducia nel mercato. In quel grande supermarket globale che si ha sedotti e abbandonati. Non c’è bisogno di scomodare I testi sacri per capire di aver sposato un modello sbagliato di economia e di cultura. Il motivo è sotto l’occhio di tutti: abbiamo abbracciato la velocità, la produttività, l’espansione dimenticandoci di tutto il  resto. Abbiamo sovvertito I cicli naturali, che comprendevano le rotazioni delle colture, ma anche I tempi di lavorazione delle farine, la lievitazione del nostro pane, l’essiccazione della pasta.
Con un colpo di spugna abbiamo cancellato la lentezza.